Schiacci sull’acceleratore della tua inconfondibile “panda”.
E, per una volta, non per correre da qualcuno o arrivare in fretta là dove il tuo prezioso servizio è atteso, ma per il puro piacere di una gara giocosa… chissà cosa hai detto ai poliziotti che quella sera hanno fermato la tua corsa di prete!
Perchè, don Roberto, tu sei anche questo: leggerezza, allegria, fantasia, scherzo, sottile ironia sempre rispettosa degli altri, e poi quella capacità non comune di entrarti dentro.
Tu sei il silenzio dal rumore assordante e travolgente.
Lo sguardo mite al posto della voce, le mani accoglienti al posto della voce. Mani che parlano, senza clamore aiutano e confortano con un tocco leggero, con una brioche, con una medicina, una iniezione (si, perchè hai sempre curato anche le ferite fisiche delle persone), oppure semplicemente con un fiore.
Anche ora che la risonanza mediatica si è affievolita i “tuoi volontari” e quelli che ti hanno conosciuto non ti dimenticano.
Non dimenticano tutto quello che hai fatto per i nostri ospiti e le poche e discrete parole con cui ci hai personalmente consolato nei momenti più difficili e tristi.
Non possiamo scordare le tua predica al funerale di A., le tue parole quando altri ospiti sono mancati: pensieri così profondi di chi conosce, ama l’altro e lo accetta con tutte le sue debolezze e le sue bellezze interiori.
Manchi ogni giorno, tanto!
Don Roberto sempre nel cuore.
I volontari di Incroci, a nome anche di tutti gli operatori e i volontari degli enti di Vicini di Strada
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