QUANDO ODV SIGNIFICA “OPERATORI DI VICINANZA”

QUANDO ODV SIGNIFICA “OPERATORI DI VICINANZA”

QUANDO ODV SIGNIFICA “OPERATORI DI VICINANZA”

Una nuova metodologia che mette a sistema l’operato dei volontari, l’esperienza degli operatori dei servizi di Vicini di Strada e le consulenze professionali attivate al bisogno.

Un progetto sperimentale, che si fonda sulla valorizzazione delle relazioni e cerca di rispondere all’esigenza di affiancare e accompagnare in modo mirato e integrato le persone senza dimora che vivono situazioni complesse o sfuggenti, per immaginare azioni concrete di fuoriuscita dalla marginalità.
Motore di OdV – Operatori di Vicinanza sono Asci don Guanella, Associazione Incroci, Associazione Lachesi, Associazione Piccola Casa Federico Ozanam, Fondazione Somaschi e Osservatorio Giuridico Per i Diritti dei Migranti, riuniti in una progettualità che ha ottenuto il finanziamento di Regione Lombardia e che si è sviluppata nel corso dell’ultimo anno. Il percorso, grazie ad un finanziamento del Comune di Como, proseguirà fino alla fine del 2023; il patrimonio generato in termini di coinvolgimento delle persone e di acquisizione di un metodo di lavoro condiviso, continuerà invece a portare frutto.

Obiettivo principale di OdV è quello di rendere nuovamente protagoniste del proprio cammino le persone senza dimora grazie ad un progetto individualizzato, attraverso la creazione e l’attivazione di reti personalizzate di sostegno per rispondere ai bisogni effettivi della singola persona.
Destinatarie sono in particolar modo le persone che faticano ad accedere ai servizi a loro dedicati, a causa da un lato della pluralità di richieste manifestate dal singolo, dall’altro dei numeri elevati di casi seguiti dagli stessi servizi.

La progettualità valorizza e mette a sistema le relazioni esistenti sia tra gli enti del partenariato che con gli altri soggetti parte della Rete degli enti e dei Servizi per la Grave Marginalità – già improntata ad una intensa collaborazione – per sperimentare un modello d’intervento condiviso a livello di sistema.
Il focus sulla relazione sta al centro anche delle cosiddette “reti di fronteggiamento e di vicinanza”, formate da operatori di prossimità, volontari e operatori di altri servizi.

Concretamente il percorso ha visto la creazione di un’Unità di Prossimità composta da un educatore, un’assistente sociale e una coordinatrice, che dopo aver agganciato singolarmente le persone senza dimora attiva azioni di accompagnamento, orientamento e supporto mirato. Punto di partenza imprescindibile sono la comprensione delle necessità e la condivisione delle aspettative da cui ripartire, a piccoli passi e secondo i tempi di ognuno.
Da sottolineare il coinvolgimento dei volontari che, grazie ad una formazione mirata e insieme agli operatori dell’Unità di Prossimità, accompagnano le persone senza dimora, mantenendo il legame di vicinanza e di fiducia, affiancandole nelle difficoltà quotidiane, fungendo da stimolo e riferimento, rompendo lo stato di solitudine e di isolamento sociale nella quale si trovano.
Centrale inoltre l’attivazione di professionisti in qualità di consulenti, sia per la “presa in carico” di situazioni di grave difficoltà che richiedono competenze specifiche, sia per il sostegno ai volontari e agli operatori. In particolare, si è potuto garantire un supporto psicologico e/o psichiatrico iniziale, per un primo inquadramento diagnostico e per l’accesso alle cure, l’attivazione della mediazione linguistico-culturale per le persone straniere, il supporto legale per le problematiche di tipo giuridico e quello di educatori in appoggio alle situazioni di particolare fragilità.

In un periodo storico estremamente complesso e difficile come quello attuale, infatti, solo agendo in sinergia e concordia si può cercare di garantire condizioni di vita migliori a chi vive in situazioni di marginalità, anche stimolando azioni di welfare e tutela che garantiscano il rispetto e la dignità dei diritti di ciascuno, indipendentemente dalle diverse storie di vita.
Instaurare un rapporto personale di aiuto e di amicizia richiede, in fondo, gesti quotidiani, che nella loro apparente semplicità colmano l’abisso di indifferenza che spesso circonda la vita chi vive per la strada (e non solo) e che è il punto di partenza per costruire insieme una società più equa, davvero per tutti.

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