Carlo

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Illusioni

Avevo un sogno

Chi non ha mai sognato la libertà? Carlo ha anche provato a raggiungerla.

Un passato professionale di tecnico pellicciaio, un matrimonio che a un certo punto divide anziché unire, e poi intoppi nel percorso lavorativo, impieghi occasionali e allora… la fuga verso paesi d’Oriente inseguendo sogni di vita in libertà.

Perché lì, in Thailandia, tutto sembra più semplice, il clima più dolce. Invece, presto il sogno di avviare un’attività nella ristorazione si rivela un’illusione, i risparmi con cui contava di ricostruire un progetto di vita piano piano si consumano; meglio tornare, magari passando per la Cambogia, che si rivela una trappola: un’aggressione di notte sulla spiaggia la trasforma in un incubo, la rapina lo lascia senza più un soldo e pieno di lividi, costole incrinate, una spalla malridotta. In ospedale lo riempiono di antidolorifici e lo lasciano per strada, con il permesso di soggiorno ormai scaduto.

Questo, in quel luogo, si traduce in carcere. Lì passa due interminabili settimane prima che l’Ambasciata italiana in Thailandia riesca ad interagire con le autorità Cambogiane grazie all’intervento dell’amico di sempre, dall’Italia.

Qui riesce finalmente a rientrare, riabbracciando colui che gli ha sempre dato una mano e anche questa volta lo aiuta a muovere i primi passi in un mondo diventato per Carlo ormai ostile: la sua ancora di salvezza per non precipitare nel buio!

È ancora grazie all’amico che Carlo è approdato a Porta Aperta e al Centro Diurno dove ha incontrato chi ha creduto in lui ed è stato inserito nel progetto sperimentale Housing First.

Ora ha una piccola casa dove non manca nulla e che lui tiene con molta cura.

Carlo è uomo dalle mille risorse (sarto, tappezziere, cuoco), preciso e puntiglioso, gli manca solo quel zic di intraprendenza e di sicurezza che gli consentirebbe di essere più propositivo e autonomo. Passo-passo, sta recuperando autostima e intraprendenza: ce la farà!

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